Diritti negati: il diritto del minore alla libertà di pensiero, coscienza e di religione

Diritti negati: il diritto del minore alla libertà di pensiero, coscienza e di religione

«In una convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona e quindi soggetto di diritti e di doveri, che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri, che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili».
B. Giovanni XXIII nella Pacem in terris

Facciamo appello al Governo e a tutte le forze politiche perché riconosca alle nuove generazioni il diritto alla libertà di scelta educativa.

Con la legge 62/2000 infatti le scuole paritarie insieme alle statali sono entrate a pieno diritto “nell’unico sistema scolastico pubblico”, ma sul piano del sostegno economico questo diritto viene calpestato costringendo decine di scuole paritarie alla chiusura, impoverendo il territorio di preziose risorse educative e formative così da arrecare un vero e proprio vulnus al tessuto sociale del nostro Paese.

Anche la recente emergenza pandemica e i provvedimenti economici previsti dal governo italiano, hanno lasciato fuori le scuole paritarie che per il loro funzionamento dipendono dal contributo delle famiglie.

Da oggi in Commissione Cultura del Senato saranno vagliati gli emendamenti a favore del “rilancio” della scuola tutta, inclusa quella paritaria.

La formazione delle nuove generazioni infatti è il terreno su cui si gioca il futuro dell’Italia, non solo sul piano del sapere, delle capacità tecnologiche e professionali. La scuola è infatti dopo la famiglia il tessuto primario di relazioni educative e co-educative in cui i ragazzi possono sperimentare l’educazione come un processo dinamico che valorizza il contributo del singolo per il bene comune.

Dalle scelte per la libertà educativa di chi ha responsabilità oggi nella guida del Paese dipenderà il futuro di milioni di ragazzi e quello dell’Italia, determinato dunque dalla qualità del sapere e dalla libertà di coscienza che le nuove generazioni avranno imparato sui banchi di scuola.