22 Dic Uccisi a pugnalate nella notte, dal padre
E’ questo il titolo che accompagna l’uccisione di altri due innocenti ad opera di un genitore. Ad opera di un adulto a cui lo Stato senza troppe sottigliezza riconosce ancora di fatto la “potestà” , ovvero il diritto di vita e di morte sui figli.
Le parole ne abbiamo sentite a fiumi, celebrazioni sterili di Convenzioni internazionali sui diritti dell’infanzia ratificate dal nostro Paese, ma con questi risultati.
Si susseguono gli infanticidi e le vittime sono sempre i bambini così come i carnefici sono sempre adulti che avrebbero dovuto averne cura.
Perchè tanta inerzia dalle Autorità e dalle Istituzioni davanti a tutto questo sangue?
Ce lo chiediamo da tempo. Ci chiediamo ad esempio perché nei procedimenti di separazione l’Autorità giudiziaria non disponga la nomina di un Curatore speciale che rappresenti la persona di età minore i suoi diritti i suoi desideri la sua voce? Perché non attivare almeno un servizio di Advocacy per l’ascolto, ovvero un portavoce della persona di età minore così che l’infanzia sia realmente soggetto di diritti e non mero oggetto di tutela?
Come è possibile chiudere gli occhi davanti alla realtà conflittuale che ogni separazione comporta? Perché ostinarsi a condannare i ragazzi a percorsi distruttivi della loro persona e della loro identità proposti dagli avvocati di parte al solo fine di una rivalsa?
E’ torbido il volto di uno Stato che sembra voler esercitare ancora una possibilità repressiva su chi non solo non può difendersi ma nel concreto non è nemmeno riconosciuto come persona.
Nel cinquecento si discuteva in Europa se gli indios nativi delle Americhe appena scoperte dal colonialismo spagnolo e portoghese, avesse un’anima oppure o no, se fossero uomini o omuncoli. Ci fu addirittura un processo adito dall’imperatore Carlo V. E la ragione è chiara: senza anima e omuncoli gli indios potevano essere ridotti in schiavitù. Una ragione meramente economica.
E non sarà forse la stessa ragione che rende così difficile ascoltare e interpretare la voce delle persone di età minore oggi nel nostro paese?
Non sarà che l’infanzia sia oggi il nuovo ostaggio di interessi quali quelli di periti, avvocati, servizi, case accoglienza? Tutti strumenti assolutamente necessari ma per un tempo. Un brevissimo tempo dal momento che ogni giorno nella vita di un bambino può essere determinante a costruire o distruggere il suo futuro.
Quanto tempo sottratto a questi ragazzi per stabilire le ragioni degli adulti e non le loro!
Tra pochi giorni il Natale. Viene nel mondo la luce quella vera. Viene come bambino, appena nato e già minacciato. E guarda caso dal potere. Allora di un re oggi da tanti che di re si vestono.
Ogni bambino chiede agli adulti di fare spazio, di allargare i propri orizzonti, di mettersi in ascolto, di rinunciare ai propri desideri auto affermativi. Che sia questa la conversione che come comunità cristiana chiediamo a tutti coloro che hanno il potere di decidere sui più piccoli, sperando che non ci sia altro sangue a gridare verso il cielo.
Associazione Medicina Solidale