21 Mag In memoria di Karim
Karim è caduto nella bocca del lupo che lo ha divorato senza pietà.
A dieci anni cercava in un cassonetto l’infanzia rubata tentando di afferrarne i colori sbiaditi.
Non è stata la povertà la belva feroce che ti ha ingoiato. E’ stata l’ingiustizia, l’iniquità di una società ingorda che in Italia lascia morire un bambino nel cassonetto della spazzatura.
Karim vorrei chiederti cosa avevi nel cuore prima di buttarti là dentro, cosa speravi di trovare e se un Angelo ti ha avvolto tra le braccia per addormentarti senza dolore.
Karim vorrei chiederti di provare a perdonarci per averti strappato il futuro, per l’opportunismo di chi sui bambini getta slogan senza muovere un dito per i loro diritti.
Karim sei caduto come un fiore calpestato che morendo regala al mondo il suo profumo, per scuoterlo da un torpore senza dignità.
So che ora tu sei dove tutto è d’oro, dove l’inverno non può tornare, dove ogni lacrima verrà asciugata, dove la morte è stata sconfitta e la Vita è per sempre, solo per chi è rimasto bambino.