22 Nov Lojudice: istituire la Giornata nazionale dell’ascolto dei bambini
L’arcivescovo di Siena ribadisce la necessità che il coinvolgimento dei minori diventi un diritto esercitato in tutti i luoghi istituzionali. Anche nelle attività della Chiesa – ha precisato – bisogna garantire la piena accoglienza dei più piccoli dando loro non solo insegnamenti, ma soprattutto la parola.
Eugenio Bonanata – Città del Vaticano – articolo apparso su Vatican News dell’19/11/2021
Serve attenzione particolare nei confronti dei più piccoli, anche da parte della Chiesa. “Non solo perché questo è un dettame evangelico”, precisa il cardinale Paolo Lojudice alla vigilia della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’arcivescovo di Siena, che è anche presidente dell’associazione Dorean Dote, sottolinea l’importanza di un ripensamento su questo fronte alla luce del magistero di Papa Francesco. “Dobbiamo far diventare l’ascolto dei bambini qualcosa di essenziale in tutti i nostri circuiti e le nostre attività”, aggiunge.
Ma cosa serve per garantire la piena accoglienza dei bambini? “Ad esempio – risponde – si potrebbero realizzare gruppi ristretti nei nostri ambiti tipici della catechesi e della iniziazione cristiana, cercando di dare loro la parola più che immaginare solo e unicamente insegnamenti da trasferire”. Il cardinale ripete che c’è qualcosa di significativo che i più piccoli possono dire a noi adulti. Una dinamica in sintonia con la recente esortazione del Papa ad ascoltare maggiormente i bambini in merito alle sfide per futuro: loro – ha scritto Francesco nella prefazione al libro ‘Laudato si’ Reader. An Alliance of Care for Our Common Hous’ – “sono saggi nonostante l’età”.
Il bambino rischia di diventare “un’appendice degli adulti”, continua Lucia Ercoli che illustra l’appello affinché venga istituita una giornata dedicata all’ascolto della fascia dei più indifesi della società. Lo sguardo cade anche al fuori delle sedi istituzionali, invitando tutte le figure – dai magistrati fino agli educatori e agli psicologi – “di andare a incontrare i ragazzi dove vivono per mettersi in relazione con le loro istanze”.
Istanze che attualmente non sono tenute in considerazione in caso di divorzio, separazione o affidamento. “Il diritto dei minori ad essere ascoltati non è applicato”, avverte Elisabetta Rampelli, avvocato dell’Osservatorio diritti vulnerabili dell’Associazione Fonte di Ismaele. “In pratica – prosegue – è affidato alla discrezionalità del giudice e spesso e volentieri le decisioni vengono adottate senza rendere partecipe il minore”.