Diritti. Che nessuno possa più dire alla figlia: non ti vaccini – Da Avvenire.it

Diritti. Che nessuno possa più dire alla figlia: non ti vaccini – Da Avvenire.it

POTESTA’ O RESPONSABILITA’ GENITORIALE. PADRI O PADRONI?

“E’ recente la pronuncia del Comitato Etico sul rispetto della “volontà” della persona di minore età nei riguardi della vaccinazione per Covid-19. Una pronuncia che ribadisce i principi affermati dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia del 1989, dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (Carta di Nizza) del 2000, principi recepiti dall’Italia e dall’intera Comunità Europea e che semplicemente dicono questo: “il fanciullo” è persona, soggetto di diritti inalienabili e non più solo oggetto di tutele e cure da parte degli adulti.

E’ quanto dichiara Lucia Ercoli, responsabile scientifico dell’Osservatorio Diritti Minori Vulnerabili – Fonte di Ismaele.

“Tra i diritti insopprimibili – aggiunge – della “persona” di minore età, viene riconosciuto appunto quello di esprimere la propria opinione in tutte le questioni che lo riguardano, al fine di vedere esercitato questo diritto. Ma nonostante il Comitato Etico abbia affermato che questo diritto va semplicemente rispettato in ambito di vaccinazione, ecco che il padre esercente la potestà genitoriale rifiuti di far vaccinare la figlia tredicenne collocata dall’età di 6 anni presso una famiglia affidataria”.

“<<Potestà>> che in realtà da anni il legislatore – sottolinea Ercoli – ha reinterpretato come “responsabilità”, al fine di garantire all’infanzia una reale tutela da parte degli adulti che ne hanno la “legal custody” e che devono quindi garantire il raggiungimento del suo preminente interesse. E cos’è questo interesse preminente, come si declina a livello di scelte concrete?”.

“Iniziamo a dire – continua Ercoli – che certamente il preminente interesse non si declina in una conflittualità tra adulti e persone di minore età. Giungere ad una tale contrapposizione rivelerebbe infatti una profonda e insanabile ferita di un rapporto che esprime non tanto la filiazione quanto la genitorialità. Una genitorialità responsabile sa guardare al figlio come altro da sé. Una genitorialità matura si interroga su come accompagnare il fanciullo verso una progressiva e graduale autonomia, è sempre in ascolto, riesce a intuire le istanze profonde dei figli; sa riconoscerli come persone, uniche e irripetibili”.

“Ma la persona – sottolinea Ercoli – è sempre il frutto delle relazioni. Una relazione fondata sul valore dell’altro non come mezzo ma come fine, una relazione orientata al bene comune e non alla sopraffazione, una relazione libera da ricatti affettivi e liberata da qualsiasi pretesa di contraccambio, ecco sì in questa relazione ci si può riconoscere come persone libere, chiamate a vivere insieme per diventare famiglia; famiglia generativa, aperta alla vita e al suo imprevedibile dinamismo”.

“Sarebbe tanto necessaria una genitorialità – specifica Ercoli – che non porti i figli a difendersi da padri e madri come da tiranni o padroni. Una genitorialità che sappia fare spazio all’altro, al figlio, custode di una vita che chiede di realizzarsi in pienezza ma che non gli appartiene. Se i genitori non sono capaci di questo lo Stato deve intervenire a tutela dei ragazzi e nel caso in specie lo deve fare con urgenza”.

“Giorgia – prosegue Ercoli – si chiede perché non è una ragazza come le altre. Nessun ragazzo dovrebbe arrivare a farsi questo interrogativo che contraddice alla radice lo stato di diritto e ancora una volta conferma la grave discriminazione che in Italia viene perpetrata a danno di migliaia di ragazzi in ragione dell’età. Chiediamo quindi a gran voce che le Istituzioni preposte abbiano il coraggio di restituire a Giorgia il primo dei diritti che le viene negato: la libertà.

“Ci impegniamo – conclude Ercoli – con Giorgia a non lasciarla sola in questa battaglia e che faremo in modo che non esistano più differenze tra lei e gli altri ragazzi. L’Italia deve dare prova di essere ancora un paese con una Giustizia a misura di bambino, una Giustizia che riconosce al minore la dignità di essere umano e che gli fornisce tutti gli strumenti necessari per realizzarsi come persona”.
(Lucia Ercoli, Coordinatrice di Medicina Solidale e direttrice del Centro Fonte d’Ismaele per i minori fragili)

Articolo apparso su Avvenire.it: https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/che-nessuno-possa-pi-dire-alla-figlia-non-ti-vaccini