12 Giu Ragazzi vulnerabili: Roma, siglato “Il Patto per il Giubileo” da Dipartimento Giustizia minorile, Fonte d’Ismaele e Municipio VI Le Torri
Come segno tangibile in preparazione al Giubileo del 2025 il Dipartimento di Giustizia minorile e di comunità, l’Associazione Fonte di Ismaele e il Municipio VI Le Torri di Roma hanno sancito il loro impegno comune di tutela dell’adolescenza vulnerabile siglando il protocollo d’intesa “Il Patto per il Giubileo”.
Hanno siglato l’accordo: Antonio Sangermano, capo Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, Nicola Franco, presidente del VI Municipio, e Lucia Ercoli, presidente dell’Associazione Fonte d’Ismaele. Presente anche don Antonio Coluccia, da sempre sensibile alle attività di prevenzione, soprattutto sui minori.
Per tale occasione ha inviato un messaggio di saluto il card. Augusto Paolo Lojudice, presidente onorario della Fonte d’Ismaele, e un ragazzo minorenne ha scritto una lettera aperta alle istituzioni e alla società civile.
Il protocollo prevede “il coinvolgimento di minori e giovani adulti a rischio di esclusione e/o autori di reato, nella realizzazione di interventi di rigenerazione urbana attraverso allestimenti trasfigurativi per la riqualificazione degli spazi pubblici della città di Roma, nelle zone centrali così come in zone periferiche”.
L’Associazione Fonte di Ismaele con i Laboratori d’Arte ha, da tempo, orientato le proprie attività secondo criteri volti ad individuare concrete iniziative in grado di rafforzare ed incentivare pratiche di intervento sociale con minori sottoposti a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria. Presso i Laboratori dell’associazione, sono presenti persone con percorsi di studio ed esperienze lavorative in ambito pedagogico e psicologico e con la marginalità e la fragilità, in grado di accogliere ed inserire nei laboratori minori autori di reato per percorsi di messa alla prova e lavori di pubblica utilità.
Le attività dei laboratori sono finalizzate ad abbellire e riqualificare alcuni spazi urbani ubicati nei pressi delle stazioni della Metropolitana C di Roma (Torrenova, Torre Angela, Torre Gaia, Grotte Celoni), in vista dell’evento giubilare facendo del percorso della Metro C un itinerario di bellezza prodotta “in periferia” dai ragazzi autori di reato come forma concreta di giustizia riparativa e riconciliazione con la società civile.
La partecipazione dei minori a processi di rigenerazione urbana consentirà di riconoscere i punti di passaggio urbani, quali i sottopassi stradali/pedonali e le stazioni metro, come “porte civiche” ovvero come ingressi alla fruizione della città e dei suoi servizi nell’ordine della bellezza e del re-incanto urbano, quali parametri prospettici della vita comune. Tutto questo anche per valorizzare lo spazio e il tempo come coordinate di sviluppo della persona e delle sue relazioni, come risorse strutturali per ogni cambiamento trasformativo e per la tutela del bene prodotto.
Messaggio di saluto del card. Augusto Paolo Lojudice, presidente onorario di Fonte di Ismaele:
“Oggi sono idealmente con voi per la firma del protocollo al quale è stato dato un nome impegnativo ed importante: “IL PATTO PER IL GIUBILEO.
Saluto l’on. le Rampelli, vicepreside della Camera dei Deputati, il Dott. Antonio Sangermano, ANTONIO SANGERMANO, Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, NICOLA FRANCO, presidente del VI Municipio e la dott.ssa LUCIA ERCOLI, presidente dell’associazione Fonte d’Ismaele e tutte le autorità civili e religiose presenti.
Il Santo Padre, Francesco, ha voluto dare al Giubileo una connotazione precisa. Chiede ai Cristiani di essere pellegrini di speranza soprattutto in quelle che lui definisce le periferie esistenziali e dove ci chiede di essere portatori gioioso del messaggio del Vangelo.
Più volte il Papa ha sottolineato l’importanza e l’urgenza di essere accanto alle nuove generazioni, ai nostri ragazzi e ragazze soprattutto se in difficoltà ed emarginati soprattutto se hanno sbagliato e sono “caduti”.
Il Pontefice proprio ai ragazzi del carcere minorile di Casal del Marmo ha detto “Ognuno di noi può scivolare, questo ci dà la dignità di essere peccatori”. Gesù le sa e ci ama cosi come siamo, e lava i piedi a tutti noi. Gesù non si spaventa mai delle nostre debolezze, non si spaventa mai perché Lui ha già pagato, soltanto vuole accompagnarci, vuole prenderci per mano perché la vita non sia tanto dura per noi”.
Prendere per mano i giovani in stato di fragilità sociale è proprio la sintesi del protocollo che oggi andrete a siglare. Non parole, non sane intenzioni, ma la volontà di mettersi gioco per loro. Come si dice ci mettiamo la faccia!
Il fatto poi che il protocollo parta dal mio municipio delle Torri spesso famoso per fatti di cronaca nera, ci dice che non dobbiamo mai perdere il coraggio della speranza. Ma non solo. Questo il protocollo siglato qui oggi ci dice che questo territorio è ricco di tanti cittadini che credono nella Giustizia, nello Stato e nella solidarietà.
In tanti anni di impegno con Medicina Solidale, Fonte d’Ismaele e Dorean Dote proprio nel territorio del Municipio abbiamo incontrato tanta sofferenza, disperazione, a volte violenza, ma mai ci siamo arresi.
La logica che ci porta adire “tanto non risolviamo nulla” non ci appartiene! Anche se solo salveremo uno di questi ragazzi avremo dato la nostra vera testimonianza di cristiani da strada come li definisco io.
Il patto per il Giubileo in tale contesto è un segno forte per guardare la futuro delle nostre comunità non da sconfitti, ma come protagonisti del bene.” – Cardinal Augusto Paolo Lojudice
Lettera aperta alle istituzioni e alla società civile di un ragazzo minorenne:
L’ingiustizia sui minori è una grave violazione dei diritti umani. I bambini spesso subiscono abusi, violenze domestiche, sfruttamento lavorativo e mancanza di accesso all’istruzione e alle cure mediche. Queste ingiustizie compromettono il loro sviluppo e limitano le loro opportunità future.
Le cause includono povertà, guerre e discriminazioni basate su genere, razza o etnia. Molti bambini sono costretti a lavorare invece di andare a scuola o sono reclutati in conflitti armati.
Per combattere queste ingiustizie è necessario un impegno globale. Leggi più severe, supporto economico alle famiglie e la collaborazione tra governi, ONG e comunità locali possono aiutare a proteggere i bambini e garantire loro un ambiente sicuro per crescere.
Questo è ciò che tutti noi qui tentiamo di fare ogni giorno e a cui abbiamo dedicato parte della nostra vita, molti di noi capiscono bene questa miseria e queste condizioni e proprio per questo siamo qua per aiutare chi nessun altro aiuta.